Sorin Grecu, il poeta anticomunista che esce dall’apocalisse di sé


Roxana Lazar

Roxana Lazar sulla discesa nella luce di Sorin Grecu

Un volume di poesie che merita l’interesse dei lettori italiani, La discesa nella luce (Allettante Roma Editore, luglio 2023), un autore (Sorin Grecu) dalle moltissime sfaccettature e dal bagaglio di informazioni e conoscenze pressoché illimitato. Sembra la ricetta per un prodotto perfetto, che possa attirare anche chi non è troppo attirato dalla poesia. Il poeta risponde alle sue domande (esistenziali e non) e vi aiuterà a far luce sulle vostre proprie domande.

A mio parere, questo libro deve trovare il suo posto in ogni biblioteca e tutti dovrebbero avere una sua propria variante di un Sorin Grecu in forma poetica, più o meno criptica. Siccome adesso si parte per le vacanze estive e in viaggio non ci si può portare un televisore, portate con voi il volume di cui sto scrivendo qui sotto. Non resterete delusi!

Sorin Grecu, il poeta anticomunista che esce dall’apocalisse di sé e inizia la sua infinita discesa nella luce

Non è un viaggio facile, quello intrapreso dal poeta che si vede ancora un novizio che cerca disperatamente di sopravvivere alle verità parziali (delle vere e proprie bugie, in realtà) al costo della rottura del meccanismo del corpo. Si pensa, allora, che forse la definitiva rottura possa portare alla luce l’anima nascosta in un baule virtuale pieno di naftalina. Lo sentite questo odore di stantio che bussa alle porte del cuore, che cerca di arrivare alla luce per uscire e prendere aria? Sorin Grecu lo sente predominare e, forse, adesso vede la verità con gli occhi di chi ha raccolto tanta saggezza e tanta conoscenza. Non si è fatto piegare dinnanzi al regime comunista e questo lo spinge a vedere con chiarezza attraverso la nebbia che avvolge il nostro mondo.

“suicidi sommari /continuano quello che hanno iniziato prima / in altre vesti apparentemente in altre forme /effettivamente invariate / ma con maggiore efficienza /questo è ciò che accade quando l’anima è stata demonetizzata /calpesta le teste degli annegati /la corsa sui trampoli /alla fine, il fango catturerà anche loro” (sorge una stella sul tuo bavero) Ricordate?

Sorin Grecu sa che la reale dimensione del paese dove la cultura dei fagiani che vengono cacciati si trova in un cartone animato e rivede in una frazione tutta la sua vita in dettaglio, anche se in una specie di sarcofago egizio. Dichiara apertamente di odiare la vita come si fa con un amore, sapendo benissimo che l’odio e solo l’altra faccia dell’amore.

Il poeta, autore di questo complesso e magnifico volume, subisce l’ingannevole onda della carne, sapendo che in un mondo materico l’anima passa attraverso innumerevoli travagli umani prima di riuscire a salire.

“l’ingannevole onda della carne-/ perfetta trappola per lo spirito / fumogena lanciata dai burattinai / la trave nei tuoi occhi che non ti permetterà affatto / di decifrare il meccanismo nascosto nella matrix” (L’ingannevole onda della carne)

Nella sua distopica realtà (che potrebbe essere di chiunque purché apra il suo altro occhio), le realtà appaiono nella loro crudezza. Per questo, Sorin Grecu si ritroverà galleggiando in un abisso – banca di organi o forse banca dati, chi lo sa?

Sempre lui, il nostro impavido poeta, fa a botte con le sue ombre che conosce da una vita, che ha imparato a distinguere. Si rende conto di essere in una tale misura carne da macello e allora, le ombre mutano la loro forma: “non assomigliano più a quelle di una volta, a te familiare / sembrano prodotte in laboratorio /alla frequenza più bassa /frutto di numerose permutazioni soprannaturali” (Stoccolma).

Per Sorin Grecu, la cancellazione della memoria è troppo frettolosa e in una certa parte incompleta. Per questo non permette agli altri di diventare i suoi alter ego, nemmeno se quelli che ci provano ad intervenire sono entità aliene che abitano la sua casa.

Nei momenti di dispersione nella lucidità della distopica realtà, Sorin vede le ragazze del comitato di accoglienza nella loro totale nudità, ma vede anche la parte più nascosta sempre utilizzata nella lotta per la supremazia di genere messa in bella mostra durante il piccolo incidente della rottura del tacco della scarpa.

È un combattente contro i mostri che escono da sé stesso e contro quelli che abitano gli altri, e la sua arma è la preghiera. Sa benissimo che il corpo che sta usando adesso non è altro che una carcassa e che quel che conta è l’anima.

È forse troppo pessimistica la sua visione sul mondo oppure vede la realtà con la lucidità di un chiaroveggente? Mi sono domanda lungo tutta la lettura di questo volume, durante la sua traduzione e poi nella rilettura dei testi. Le sue poesie mi hanno risposto alle domande che mi avevo posto già da tempo. Sono risposte che troveranno il loro posto anche nei vostri cuori, che si faranno spazio per proteggervi dal colpo di grazia che vorrà essere inferto alle anime non macchiate. Forse, leggendo questo volume di poesie diventeremmo tutti più abili nel vedere le bestie che agiscono dietro le quinte e riusciremo a scongiurare l’arrivo dell’innominato. Allora smetteremo di ascoltare i vecchi diavoli che escono dalla tivvù e che aiutano quel qualcuno che si impegna seriamente a non far riconoscere l’arrivo del vero Dio ( che non è camaleontico, bensì immutato).

Dunque, se fuori fa così tanto caldo e se l’insistenza del travestimento in maiali che si approntano per il biblico tuffo in mare sarà per colpa della falsa creazione di poesia o solo per la deviazione?

“La falsa creazione di poesia in agguato ovunque –
in realtà lei impreca soltanto
scritta da individui con impetigine intorno alla bocca:
la succhiano con stile, aiutandosi con i bastoncini
dipinti che rappresentano le atrocità romane
oppure i sacrifici degli Incas
anche tu sei venuto al mondo per caso
all’orario di chiusura-
come un ubriacone in un locale
ma abbastanza per vedere la gente
con una breve traiettoria, in definitiva, comune
vagando nelle zanne del tempo – ciò che consuma
i travestiti del vaudeville con le donnette
quindi è chiaro
tempi ostili: c’è anche un’ondata di caldo
potrebbe servirti un po’ di letargo, come agli orsi,
(stai sentendo troppa forfora di quelli là
sul coletto della tua camicia, un tempo impeccabile)
rivestito in materiale da dirigibile
e un po’ carente-
ora desidereresti degli occhiali da eclissi
per vederli tutti come sono usciti fuori, al sole.
dai propri venticelli, accessori, adesivi – allo stampo
con i loro ricordi spudoratamente gioiosi
di sesso in gruppo
prima del biblico tuffo in mare” (Deviazione).

Il libro può essere acquisto cliccando qui: LA DISCESA NELLA LUCE

Articolo firmato Roxana Lazar, la traduttrice del libro di Sorin Grecu.

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